5 Novembre 2013.
Dopo una overdose, un album poco acclamato dai fan e un altro che ha letteralmente distrutto le classifiche mondiali, Eminem torna sul palcoscenico musicale come un uomo in crisi di mezza età, rispolverando il biondo platino e ricalcando i passi di quel macigno mastodontico musicale che fu il primo Marshall Mathers LP.
15 Dicembre 2017.
4 anni e 40 giorni dall’ultimo album solista di Eminem.
Dopo una campagna pubblicitaria degna del miglior “mongolino d’oro” di ogni epoca, conquistato con un marketing basato su una pubblicità farmaceutica che non ha mai citato il nome del rapper, né tantomeno ha funto da introduzione, contenutistica o stilistica, all’album stesso, il nono album solista in studio di Eminem viene pubblicato.
Preceduto dai singoli “Walk On Water”, in collaborazione con Beyoncé, e da “Untouchable”, l’album viene lanciato insieme al terzo singolo “River”, in collaborazione con Ed Sheeran.
Se tutte queste premesse sono servite a dipingere al lettore un quadro di disperazione e disastro, allora è arrivata l’ora di cambiare tela e dipingere la corposa descrizione dell’album “Revival” di Eminem, che, appunto, significa “rimessa in scena/rinascita”.
Qui di seguito vi presentiamo la recensione track by track dell’album Revival, redatta dallo staff del sito ufficiale italiano di Eminem, MarshallMathers.eu.
1. Walk On Water ft. Beyoncé – Voto 7/10
Produttori: Rick Rubin, Skylar Grey
Singolo con cui viene introdotto al mondo il progetto musicale di Revival, caratterizzato da un tema molto profondo: frustrazione e paura dell’artista.
In una danza composta dall’imponente voce di Beyoncé e da un base priva di rullante, Eminem sciorina tutte le sue ansie riguardo al rappare in modo da soddisfare i propri ascoltatori.
Una canzone che introduce uno dei temi generali dell’album, ma che viene lanciata come una bomba commerciale che non riesce ad essere così incisiva come si sarebbe potuto aspettare su carta.
[Testo e traduzione Walk On Water di Eminem feat Beyoncé]
2. Believe – Voto 8,5/10
Produttori: Eminem, Mr. Porter, Luis Resto
Sul filone del mood tracciato da Walk On Water, Eminem introduce una canzone piena di grinta e riscatto, che serve a stuzzicare l’interesse e la fiducia dell’ascoltatore.
Su un beat estremamente energico Eminem modula la voce a proprio piacimento, alternando picchi di goduria tecnica (prima e terza strofa in particolare) a momenti più “soft”, mescolandosi con la solennità delle note del piano e il violino che caratterizza il finale.
Nella canzone si parla di come abbia affrontato decenni di ostacoli ed accuse per arrivare nel punto in cui si trova ora e, in virtù di questo, chiede ai fan di fidarsi un’ulteriore volta e seguirlo nel viaggio musicale che sta per presentargli.
“Do You Still Believe In Me?” chiede disperatamente il rapper, che sente i propri fan voltargli le spalle definitivamente.
3. Chloraseptic ft. Phresher – Voto 7,5/10
Produttore: Mr. Porter
Nell’unica collaborazione con un rapper dell’intero album, Eminem cerca di sperimentare uno stile diverso molto alla moda negli ultimi anni: la musica trap.
Relegando Phresher al solo ritornello, il quale non sfigura affatto, Eminem prende la scena con 3 strofe pregne di ammirazione nei confronti della vecchia scuola rap e attacchi verbali ai rapper della nuova generazione. Il beat tiene decisamente testa a quelli delle tracce moderne del genere e permette ad Eminem di premere sull’acceleratore su determinati punti e staccare decisamente i colleghi della new era con un flow plasmato incredibilmente bene.
4. Untouchable – Voto 6,5/10
Produttori: Eminem, Mark Batson, Emile Haynie, Mr. Porter
Vista la bandiera presente sulla copertina dell’album, ci si aspettava alcune canzoni a tema politico e sociale, esattamente ciò che viene presentato nel secondo singolo estratto dall’album.
Una denuncia sociale sul trattamento che le persone di colore hanno ricevuto e continuano a ricevere all’interno dell’America di oggi, presentata su due differenti beat che accompagnano la voce del rapper.
Complice l’uso di un argomento trito e ritrito, seppur con spunti di riflessione e angolazioni diverse, il singolo non è stato recepito (né in modo positivo né negativo) dal pubblico, finendo per essere messo nel “dimenticatoio” commerciale dell’album per far spazio subito dopo al terzo singolo. Mossa azzardata che non paga nemmeno nel lungo termine.
[Testo e traduzione Untouchable di Eminem]
5. River ft. Ed Sheeran – Voto 8,5/10
Produttore: Emile Haynie
Se ne era parlato tanto all’interno della fan base e finalmente tale collaborazione ha preso vita.
La bellissima voce della pop star Ed Sheeran, accompagnata dalla sua amata chitarra, e le rime crude e incastrate di Eminem vengono fuse da un “beat da hit” prodotto da Emile Haynie.
Le voci di Ed Sheeran ed Eminem riescono a miscelarsi completamente, e quest’ultimo, nonostante un complicatissimo schema tecnico, riesce a non risultare pesante in alcun punto.
A tutto ciò si aggiunge il tema di una storia d’amore fittizia vissuta tra un uomo e una donna fidanzata, che sfocia in una gravidanza non cercata e, purtroppo, in un aborto forzato. Tema, quindi, non proprio radio – friendly per il terzo singolo estratto da Revival, che però, proprio come ai bei tempi, si preannuncia una hit non di poco conto.
[Testo e traduzione River di Eminem feat Ed Sheeran]
6. Remind Me (Intro) – Voto 8/10
Produttori: Dr. Dre, Trevor Lawrence, Ron “NEFF-U” Feemster
Un intro irriverente che sembra inizialmente essere diretto ad una donna, ma che poi si rivela, con la frase finale, essere diretta al “Mr. Egocentrismo” in persona: Eminem.
7. Remind Me – Voto 8/10
Produttore: Rick Rubin
L’influenza rock di Rick Rubin è visibilmente presente in questa traccia in cui viene campionata “I Love Rock ‘n Roll” di Joan Jett & the Blackhearts. Un classico con il quale Eminem non ha paura di mettersi a confronto e una base incredibilmente azzeccata per le note del rapper permettono alla traccia di spiccare per freschezza e innovazione, segnando un altro punto a favore dell’accoppiata Rubin – Mathers.
8. Revival (Interlude) – Voto 8/10
Produttori: Frequency, Aalias
Primo interludio della carriera di Eminem dal 1999 ad oggi (in Infinite era presente un interludio), posizionato circa a metà album e che serve da introduzione alla parte “calda” dell’album.
Cantato da Alicia Lemke, scomparsa nel 2015 a causa della leucemia, l’interludio introduce il tema della rinascita, sia politica che sociale, artistica e personale che si avrà da questo momento in poi nell’album.
9. Like Home ft. Alicia Keys – Voto 8,5/10
Produttori: Eminem, Just Blaze
Il cuore politico dell’album viene concentrato maggiormente in questa collaborazione, posizionata proprio dopo l’interludio “Revival” per lanciare un messaggio forte e chiaro: Eminem spera nella rinascita politica e culturale dell’America, obliata dalla presenza del Presidente Donald Trump alla Casa Bianca.
Le doti canore di Alicia Keys accompagnano il beat, prodotto da Just Blaze e co-prodotto da Eminem, in modo impeccabile, creando il giusto match su un chorus estremamente catchy, ma nello stesso potente e concreto, che spiega realisticamente il punto di vista politico – azzardiamo – dell’intero album. L’unica nota negativa di una traccia che può benissimo essere la prossima hit a tema sociale è la contrapposizione tra lyrics e beat: quest’ultimo un po’ troppo “soft” e musicale per una canzone che dovrebbe, teoricamente, smuovere gli animi dei cittadini americani.
10. Bad Husband ft. X Ambassadors – Voto 10/10
Produttori: Eminem, Alex Da Kid
Dopo la collaborazione in “Wicked Ways”, contenuta in The Marshall Mathers LP 2 – Deluxe Edition, gli X Ambassadors collaborano di nuovo con Eminem in una canzone completamente diversa rispetto alla prima.
Infatti, questa volta non prevale un esercizio di stile tecnico, ma un messaggio forte e chiaro diretto alla ex moglie di Eminem, Kim Anne Scott Mathers, in cui il rapper si scusa per non essere stato un buon marito, nonostante sia stato un ottimo padre per la loro figlia biologica, Hailie Jade.
Dopo gli ultimi anni in cui troviamo canzoni piene zeppe di riferimenti velati, mai confermati o smentiti nei confronti della due volte ex moglie, questa volta Eminem decide di uscire allo scoperto e utilizzare una trasparenza cristallina per aprire il proprio cuore e la propria mente agli ascoltatori e alla donna che è stata l’amore della sua vita. Eminem e Kim tornano di nuovo a fare emozionare l’intero pianeta musicale, soprattutto gli ascoltatori, che da sempre vedono la coppia come una parte fondamentale del repertorio di Mathers. Colpisce, in ogni caso, l’utilizzo della sillabazione dei versi più importanti per dare una enfasi maggiore e la completa integrazione del ritornello degli X Ambassadors alle strofe del rapper, nonché la frase che per anni tutti abbiamo atteso: “I’m sorry, Kim”.
[Testo e traduzione Bad Husband di Eminem feat X Ambassadors]
11. Tragic Endings ft. Skylar Grey – Voto 7/10
Produttore: Alex Da Kid
Grazie al beat fornito da Alex Da Kid, melodico e senza troppi bassi, al ritornello cantato dalla bellissima voce di Skylar Grey (che quando canta le lyrics che scrive non ne sbaglia una) ed al tema di una “toxic relationship”, questa canzone sembra uscita direttamente dall’album Recovery di Eminem del 2010, come naturale estensione di “Love The Way You Lie” (produttore e scrittrice del ritornello erano proprio Alex Da Kid e Skylar Grey).
Il risultato è, però, più che una semplice canzonetta, bensì l’inquadramento psicologico di una relazione violenta, in cui all’uomo vengono ripetutamente tarpate le ali dell’ambizione e viene costantemente vessato dal desiderio di possessione della donna.
Nonostante Eminem descriva di come in alcuni momenti quest’uomo si renda conto delle torture psicologiche che gli vengono inflitte, il risultato della relazione è, come suggerisce il titolo, una tragica fine.
12. Framed – Voto 8,5/10
Produttori: Eminem, Fredwreck
Se con la traccia precedente erano state richiamate alcune sonorità dall’album Recovery, in questa traccia è il turno di Relapse.
Infatti, cosa c’è di meglio, per una traccia horrorcore rap, del flow utilizzato nell’album di Eminem del 2009?
Sul loop creato dalla chitarra, che ricalca le sonorità rock contenute in altre tracce dell’album, Eminem introduce una situazione di finzione in cui viene accusato di omicidio da alcuni poliziotti per aver descritto, in un suo testo, la morte di una donna in maniera troppo accurata. Per questo, il rapper dice di essere stato semplicemente “framed=incastrato”.
13. Nowhere Fast ft. Kehlani – Voto 7,5/10
Produttori: Rock Mafia, Hit-Boy
Insolita collaborazione tra un astro nascente dell’RnB, Kehlani, su una base prodotta da Rock Mafia e Hit-Boy (che ha già lavorato con Eminem in Drop The World).
Il risultato è l’intersezione tra un ritornello corposo, messo in atto dalla cantante, e dei bassi ritmati con un loop di violini, i quali vengono recepiti da Eminem per inserirvi un flow calzante e ritmato a sua volta.
Il tema della canzone non è univoco, ma bensì, dietro il racconto della sua storia e della sua posizione nel rap game, Eminem inserisce molti riferimenti politici, come il terrorismo e la guerra nucleare.
Il ritornello, anch’esso, è scritto in modo da creare la metafora tra la condizione artistica del rapper e quella fisica degli uomini coinvolti in questi attacchi terroristici.
14. Heat – Voto 8/10
Produttore: Rick Rubin
Sul filone di Remind Me, Rick Rubin produce un altro beat dalle sonorità rock, utilizzando il sample estratto dal film “Boogie Nights” del 1997 (di cui Eminem ha rivelato essere un grande fan).
Come suggerisce il titolo della canzone, il tema centrale ruota intorno alla desiderio sessuale di Eminem nei confronti di una donna e di come egli stia perdendo la testa per essa. Il sample anche questa volta si fonde perfettamente con il flow di Eminem, che spicca in musicalità e carisma. Delivery perfetta per le sonorità rock di questa traccia. Eminem e Rubin creano la magia ancora una volta.
15. Offended – Voto 7,5/10
Produttori: Eminem, Illa
Un beat dinamico e un flow cruento è ciò di cui Eminem aveva bisogno per creare la succeditrice di Rap God, infrangendo il record di 6,5 parole al secondo, che apparteneva a quest’ultima, con ben 6,71 parole al secondo.
La canzoncina “Nobody Likes Me” utilizzata per il ritornello incarna in pieno il tema della canzone e frena lo spitting continuo di rime fra i versi. L’Eminem che offende consapevolmente e sarcasticamente è tornato, pieno d’odio e di punchlines, incastri perfetti e parole taglienti. Il beat è quasi minimale per permettere alla voce di farla da padrone.
16. Need Me – Voto 6/10
Produttore: Alex Da Kid
Stesso produttore e tema simile a Tragic Endings, con l’unica differenza del ritornello cantato da P!nk (ma scritto ancora una volta da Skylar Grey).
In realtà, oltre che un ritornello, P!nk sembra “dominare” la traccia con la sua strofa iniziale dalla durata di ben 1:30 minuti, fin quando non interviene il cantato di Eminem e la sua strofa, facendola somigliare, più che a una canzone nel suo album, ad un’apparizione nell’album della cantante.
Dopo un collaborazione simile nell’album di P!nk, con la canzone Revenge, c’era la necessità di collaborare di nuovo e di farlo in questo modo? We don’t think so!
17. In Your Head – Voto 9/10
Produttori: Scram Jones
Scram Jones alla produzione sgancia una vera e propria bomba resa ancora più esplosiva dal campionamento di “Zombie” dei The Cranberries, vera e propria traccia cult degli anni ’90. Incredibile la delivery di Eminem sul beat: ancora una volta il rapper non sfigura, tira fuori un flow degno di nota e un testo parallelamente interessante e pieno di significato. Il tutto si svolge nella sua testa, da cui appunto il titolo della traccia, e ancora una volta lo spettatore è testimone dei dubbi che attanagliano questo artista. Nella seconda strofa in particolare, Eminem prende verosimilmente coscienza di quella che è stata una critica mossagli più volte durante la sua carriera: quella dell’opinione che sua figlia avrebbe avuto di lui una volta cresciuta e in grado di comprendere le sue liriche.
Saliamo di livello con la traccia, ma anche all’interno della traccia: Eminem preme prepotentemente sull’acceleratore verso la fine e la voce si trasforma in pura rabbia, quella che l’ha reso famoso e che, messa su foglio e resa materiale tramite le parole, la delivery e il flow, lo rende oggi, proprio come ieri, unico nel suo genere.
18. Castle – Voto 10/10
Produttore: DJ Khalil
‘Ho costruito questo castello, ma adesso siamo intrappolati sul trono, mi dispiace, siamo soli’.
Comincia così Castle, la nuova traccia che il rapper di Detroit dedica completamente a sua figlia Hailie Jade, ad anni di distanza dall’ultima volta. Il testo si sposa perfettamente con il beat e il risultato è sorprendente. Un Eminem maturo ma ancora dubbioso, un padre ansioso di conoscere la sua piccola ma anche un padre consapevole e rassegnato per tutto ciò che sta succedendo nella sua vita.
La canzone si articola su 3 livelli con tre date differenti:
1 dicembre 1995 (prima della nascita di Hailie); 1 dicembre 1996 (durante il primo anno di vita di Hailie) e 24 dicembre 2007 (durante l’overdose che ha quasi ucciso Eminem).
Per capire appieno la potenza e l’incredibile bagaglio emotivo di questa traccia, bisogna fare un passo indietro e capire la persona prima dell’artista, il genitore prima del rapper, la frenetica ricerca della perfetta esposizione prima della messa su traccia di tecnicismi e virtuosismi. Non ha bisogno di parole questa traccia, perché parla da sé. La paura dell’incerto nella prima strofa, la certezza dell’inadeguatezza nella seconda e il totale sconforto della terza strofa rendono questa canzone una delle più emozionali del rapper, intima e incredibilmente umana nella sua debolezza, potente ma estremamente solenne nella delivery quasi sussurrata.
19. Arose – Voto 10/10
Produttore: Rick Rubin
Chiude le produzioni proprio come le aveva aperte il pilastro dell’hip hop Rick Rubin, che consegna una traccia estremamente lenta con un loop di piano che accompagna Eminem nell’utilizzo di un flow continuo, lento e composto.
Perfetta armonia, ancora una volta, tra produttore e artista nella scelta consapevole di “sporcare” la base con suoni che richiamano l’ospedale in cui Eminem è ricoverato, dove combatte tra la vita e la morte, a seguito di una overdose che lo ha quasi ucciso nel dicembre 2007.
Il “contorno” del beat si allinea al “contorno” che viene raccontato da Eminem, i suoi pensieri che viaggiano per la stanza sono testimoni di ciò che accade intorno a lui: le sue figlie e sua (ex) moglie che, piangendo, salutano per l’ultima volta il loro padre.
Proprio sul finale, unitamente al momento dell’unplugging dei tubi e del lenzuolo sul volto, mentre il suo cuscino, e parallelamente quello dell’ascoltatore, si riempiono di lacrime, il rapper accelera il ritmo, calcando la voce e rompendola nella sillabazione per poi rilasciarla nel momento del primo respiro senza il respiratore artificiale: Eminem è vivo, come persone e come artista.
Arose termina in una Castle Parte II, uno spezzone hidden, in cui Eminem prende posizione nei confronti della sua vita e della sua carriera: combatterà contro la sua addiction e le sue insicurezze come artista; è “orgoglioso di essere tornato”, ancora una volta.
Revival non è un album perfetto, ma un album maturo, solido e, a tratti, un po’ eclettico.
Non è destinato a diventare un classico della musica hip hop, ma in un panorama musicale in cui, tendenzialmente, viene sempre più premiata la superficialità musicale, quest’album diventa un lavoro costruito e ricercato per essere ascoltato e gustato da diverse angolazioni.
La scelta dei singoli e del marketing è stata decisamente azzardata, così come anche la riproposizione di alcuni featuring, ma il filone di rinascita artistica e personale è molto evidente e lascia ben sperare per un futuro in cui, si spera, potremo ascoltare altra musica di Marshall Mathers.
Voto Finale Revival: 8,5
Stesura: Mery_Jo & _RoccoR_
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