Eminem non ha mai tenuto segreto il suo apprezzamento e la sua stima nei confronti di Tupac Shakur, definito da molti il miglior rapper della storia. Il suo stile, i suoi contenuti e la sua abilità hanno influenzato profondamente la concezione che si aveva della cultura rap e dopo la sua morte, avvenuta nel 1996 a seguito di una sparatoria, questa è cambiata per sempre.
Moltissime volte Eminem lo ha citato come modello a cui ispirarsi, sia nei testi delle sue canzoni (in quelle più recenti come in quelle a inizio carriera), che in diverse interviste e, recentemente, anche nella lettera indirizzata alla madre del defunto rapper (potete trovare la traduzione in italiano della lettera scritta da Eminem alla madre di Tupac qui).
In occasione dell'edizione di Ottobre del giornale Papermag intitolato “Nowstalgia” (gioco di parole tra Now = adesso e Nostalgia) sono state intervistate tre icone del rap moderno a cui è stato chiesto di rendere omaggio ad altrettanti mostri sacri della scena, ormai defunti. Oltre a Eminem hanno fatto il loro intervento anche: Kendrick Lamar, che ha scelto di parlare di Eazy-E, e Swizz Beatz, che ha scelto Notorious B.I.G.
Vi lasciamo ora la traduzione dei tratti principali dell'intervento di Eminem:
“La prima volta che ho ascoltato Tupac è stato sul suo verso di “I Get Around” con i Digital Underground. Avevo 18 o 19 anni e ho pensato, “Chi è questo?”. Ne veniva fuori davvero benissimo.
Molta gente dice “Pac lo senti”, ed è assolutamente vero. Il suo modo di scegliere le parole da dire in quel determinato momento del beat era geniale; è come se sapesse che parte del beat e che cambio di accordo fosse esatto per valorizzare quelle determinate parole…per farle saltar fuori dalla traccia e farti sentire davvero che cosa stava dicendo. Sentivi ogni aspetto del suo dolore, ogni emozione: quando era felice, quando era triste. La sua abilità di toccare in quel modo la vita delle persone era incredibile.
Ero sempre affascinato dalle sue interviste, una cosa del tipo “Ciò che dice è così vero”. Riusciva anche a confondere le persone che lo stavano intervistando quando gli facevano una domanda scomoda — era incredibile. Era una superstar, in ogni senso. Volevi conoscere quel ragazzo. Tipo amico, voglio andarmene in giro con Pac.
Quando sua madre, Afeni (Shakur), mi ha lasciato produrre uno degli album di Tupac — il Loyal to the Game album — le ho scritto una lettera ringraziandola per avermelo lasciato fare. Nessuno avrebbe potuto dire al Marshall di 18/19 anni che un giorno sarebbe stato in grado di mettere le mani su alcune delle vocals di Tupac e avere quel genere di opportunità. E' stato un pezzo significativo di storia per me ed è stato molto divertente. Ero come un bambino in un negozio di caramelle; impazzivo per il fatto di poter mettere dei beat sotto le sue rime. A prescindere da quanto sia brava una persona come rapper, è semplice che le cose a un certo punto diventino datate. Ma quando fai canzoni come le faceva Tupac. canzoni che facevano provare qualcosa, quel sentimento non va mai via. Per me sarebbe difficile credere che loro [Tupac e Biggie ndr] non sapessero cosa stavano facendo quando mettevano certe parole su certi accordi all'interno del beat. Avrei davvero difficoltà a credere che fosse una cosa accidentale. Era puro genio.“
Proprio come tutti noi, anche Marshall ha i sui idoli dai quali trarre forza e ispirazione, ed è ammirevole constatare che, nonostante i moltissimi anni passati egli continui a mostrare il suo apprezzamento e il suo rispetto verso chi lo ha influenzato in gioventù.
Traduzione a cura di Mery_Jo
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