Ieri sera la BBC Radio 1 ha caricato la seconda parte dell'intervista mandata in onda Lunedì sera, con Eminem ospite di Zane Lowe. Abbiamo tradotto per voi i discorsi più importanti di questa seconda parte, dove Eminem si concentra maggiormente nel parlare del suo successo e del sul suo ritorno nel produrre personalmente alcune tracce dell'album, produzioni che in “Relapse” e in “Recovery” sono venute un po' a mancare data la co-produzione con svariati produttori.
“È stato divertente poter perdere del tempo sulle basi partendo da zero” dice Em, che continua: “Credo che Recovery sia stato il primo album nel quale io abbia aperto le tracce a svariati produttori, è stato l'album con più produzioni che abbia mai fatto, al di fuori di Dre. Quindi con quell'album, ho iniziato ad aprire le porte per avvicinarmi a quest'ultimo, The Marshall Mathers LP 2.”
Shady ha poi continuato spiegando come a volte riesce ad ottenere esattamente il “sound” che cerca per quella determinata canzone: “A volte ho solo un'idea in testa o una sensazione di quello che vorrei, e non sempre faccio una canzone seguendoli (i produttori), seguendo il loro modo di fare. Loro non sanno quello che ho intenzione di fare nella mia testa , e penso che questo a volte aiuti, perché voglio fare qualcosa e poterla fare partendo dalla mia idea, da zero.”
È stato poi chiesto a Marshall quale fosse la sua presa di posizione riguardo la sua fama che aumenta sempre di più anche grazie a collaborazioni come quella con Rihanna per il brano “The Monster“, che sta ottenendo dei grandi risultati.
“Non voglio mentire, la voglio ancora tutt'oggi, voglio attenzione verso questa musica, ma vorrei poter essere in grado di andare pubblico e mangiare un panino ed essere lasciato in pace” – ha dichiarato il rapper, che continua: “Non sono mai stato un 'attetion-seeker' (una persona in cerca di attenzioni), non è per questo che lo faccio. Non mi piace andare in pubblico, andare in giro ed essere tipo: – Eccomi quì, ci sono io.- non è questo quello che voglio. Volevo solo.. Il mio sogno era quello di sentirmi come i rapper che ascoltavo alla radio, ed essere ascoltato da loro. Pensavo: -E se Jay Z, o chiunque, mi sentisse? E se pensassero che sono bravo?- questa è sempre stata la mia mentalità.”
Marshall ha poi continuato il discorso parlando dell'integrità che mantiene nei suoi testi, nonostante ci siano canzoni con così tanto successo, più “mainstream”, e del brano “My Name Is”, da lui scritto per essere “anti-pop”.
“Tutto quello che volevo era avere il rispetto dei miei colleghi, e tutto quello che ne è derivato mi ha mandato davvero in confusione. Non credo d'aver mai cercato di fare una canzone pop, oppure di fare un singolo che sarebbe potuto diventare 'cross-over'. Sai, non sono stupido. So bene che una canzone con un certo tipo di suono può finire in radio. Ma allo stesso tempo, se una canzone inizia a prendere questa strada è perché proprio mentre la scrivo penso a come potrebbe collegarsi con quella persona, ma non ho mai voluto compromettere l'integrità dei miei testi. Ho sempre cercato di svolgere il mio ruolo di MC anche rappando su beat che potessero suonare più orecchiabili.” dice Em, che continua parlando del suo famoso singolo tratto dall'album The Slim Shady LP, “My Name Is”.
“Capisco che la canzone fosse divertente e anche orecchiabile, ma non ho mai capito come possa essere diventata per tutti una canzone “Pop”, quando la canzone stessa è una sorta di “anti-pop”. Quindi non capisco come possa essere diventata secondo la gente, credo, una canzone Pop.” – ha concluso.
Di seguito riportiamo il video di questa seconda parte d'intervista.
Potete trovare qui il video dell'intervista e le esibizioni di Eminem alla Radio BBC 1