Qualche giorno fa, a seguito dell’attacco di hacking subito da WeTransfer, è trapelata in rete la versione originale della traccia Bang, che vede la presenza di Conway the Machine insieme ad Eminem,. Questo leak della traccia contiene un verso alternativo di Eminem, che chiama in causa Puff Daddy e l’mittente televisiva di sua proprietà REVOLT TV.
Non è ovviamente la prima volta che Eminem cita Puff: ricordiamo la fenomenale bomba lanciata in “Killshot” che oltre a colpire MGK ha scavato una buca attorno a Sean Combs stesso, quando Eminem dichiarò: “Kells, il giorno in cui butti fuori una hit è il giorno in cui Diddy ammette che ha buttato fuori il colpo che ha fatto uccidere Pac“. [Testo e Traduzione di Killshot di Eminem – Dissing a Machine Gun Kelly]
Ma nel verso inedito di Bang la storia è diversa. Eminem elogia Puff ma attacca l’emittente: “Sì, complimenti a Puffy Combs, ma fanculo Revolt, siete come un telecomando rotto, adesso capisco perchè il nostro tasto si è rotto [ndr, non andiamo più d’accordo] perchè continui a premerlo ma quello non fa nulla, specialmente quando si tratta di venire alle mani”.
Il riferimento è chiaro, Eminem mette in discussione la partnership tra Revolt e l’ormai ex rapper Joe Budden, che presenta il suo show State of the Culture proprio sul canale di Sean Combs, il quale viene accusato di parlare male di Em ma quando quest’ultimo lo dissa nei suoi pezzi non risponde, facendo sì che non si arrivi mai al soldo, “alle mani” in senso figurato.
Può essere che Eminem abbia ancora legata al dito la pesante critica che l’ex Slaughterhouse aveva rivolto al nuovo album di Eminem “Revival” nei primi mesi del 2018? Critiche a cui il rapper di Detroit aveva risposto duramente, soprattutto nel successivo album “Kamikaze”, in cui Budden era stato definitivamente asfaltato.
In ogni caso, la presunta faida con Revolt ha preso piede proprio nel momento in cui la stessa emittente ha risposto al verso di Eminem con un post su Instagram in cui semplicemente ma molto chiaramente dichiarava: “Fanculo anche a te, Eminem”.
A questo proposito il magazine Billboard affermò di avere per le mani una dichiarazione in cui Revolt affermava quanto di seguito:
“Perché Eminem, qualcuno che è ospite nella cultura nera, pensa di poter trattare con sufficienza REVOLT? REVOLT è una società di media fatta praticamente di neri, in mano a un imprenditore nero, con un team a maggioranza nera […] Stiamo svolgendo un ruolo importante, con la imminente necessità di utilizzare tutte le nostre piattaforme per le questioni fondamentali come la giustizia sociale, l’uguaglianza e [dobbiamo] avere la garanzia di continuare ad esserne la fonte. Eminem che prova a bussare alla nostra porta è una distrazione non necessaria. Non va bene.”
Continua la dichiarazione: “Collaboriamo per mandare in onda i funerali di George Floyd e Rayshard Brooks, così come gli interventi del presidente Obama del mese di giugno. REVOLT è un’azienda nera che è importante e deve essere presente […] Dobbiamo essere supportati per essere la piattaforma e la voce di questo movimento. […] Eminem avrebbe potuto fare un bel casino, avrebbe potuto danneggiare il nostro lavoro. Fortunatamente, è stata una piccola distrazione mediatica, ma le potenziali implicazioni non dovrebbero essere accettabili. Siamo impegnati a utilizzare le nostre energie, i nostri sforzi e le nostre piattaforme come catalizzatori per il cambiamento. La vera domanda è cosa sta facendo Eminem, oltre ad essere una distrazione? Se il diss era destinato a Joe Budden, perché includere REVOLT? REVOLT ha supportato entrambi gli artisti nel corso della loro carriera – e non ha nulla a che fare con la loro faida”.
A seguito di quanto comunicato da REVOLT avevamo già preparato i pop corn per assistere alla faida del secolo. Eminem vs Puff Daddy: un sogno che diventa realtà.
Ma questa mattina, un tweet improvviso ci ha svegliati: Eminem ha chiesto scusa a REVOLT.
Di seguito la traduzione del tweet di Eminem:
“Concordo con Revolt… questa è una distrazione non necessaria. Non avrei mai voluto che quel verso fosse ascoltata, ero incavolato in quel momento, poi ci ho pensato meglio e ho deciso di toglierlo. Cose che non ho mai avuto intenzione di pubblicare continuano ad essere rilasciate a seguito dell’attacco di hacking a WeTransfer. Non ho alcun problema con Revolt… Anzi, coglierei volentieri l’opportunità di lavorare con loro su alcune cose positive [così da] dare a questa storia una svolta diversa.”
Insomma, tutto quello che sta succedendo in America ha ripercussioni non solo nella vita sociale ma anche, come è giusto che sia, in quella musicale: Eminem ha deciso di fare un passo indietro, schierandosi, come già avvenuto in passato, dalla parte di coloro che lottano per rendere questo mondo giusto, e di questo non possiamo che esserne fieri.