Quando si parla di musica, di un artista “importante”, e di un simbolo generazionale, sicuramente si parla primariamente di “numeri” perché, benché l'opinione sia soggettiva e i gusti personali, i numeri invece sono assolutamente oggettivi e necessari per far sì che un artista venga incluso tra i “top” del panorama musicale.
In una generazione, la nostra, diversa da quella precedente proprio per il diverso modo di accedere alla musica, restare a galla, collezionare dischi di platino, e arrivare ai primi posti delle classifiche è davvero ardua. La differenziazione è necessaria, primariamente perché, quando parliamo di artisti che 50 o 60 anni fa vendevano 300/400 milionioni di dischi, parliamo ovviamente di un'epoca in cui per ascoltare la musica dovevi necessariamente acquistare l'LP, ai tempi in vinile; e non solo, gli album non erano certo composti da 10/15 tracce come adesso, la capacità del “disco” era minima ed era possibile avere studio-album con 5-6 tracce, ecco perché troviamo artisti con 300 milioni di dischi venduti e 40 studio album. Tra l'altro spesso e volentieri anche i singoli venivano conteggiati come album! Tanti motivi per i quali nessuno mai potrà pensare di spodestare i grandi “big” della musica “antica”.
Nell'epoca moderna invece, con l'avvento del Compact Disk prima e delle tracce digitali poi, tutto è cambiato.
La crescita e l'affermazione della pirateria musicale hanno dato un arresto ai mega numeri che si facevano prima dell'avvento di internet; ma, se questa “tecnica” da una parte “danneggia” l'artista in quanto la musica è scaricata illegalmente e quindi l'artista non guadagna nulla, dall'altra però lo aiuta, accrescendo il bacino di utenza, diffondendone la “parola” anche in quegli angoli della Terra, dove, per un motivo o un altro, non c'è la possibilità economica per poter acquistare un album, o la censura la fa da padrona al punto da non rendere questa musica accessibile all'ascoltatore.
Abbiamo poi le tracce digitali. Una qualità audio diversa, superiore, un suono “pulito” e a portata di click.
E' finita l 'epoca in cui si acquistava un album a scatola chiusa: sempre più artisti permettono un' anteprima di pochi secondi di ogni traccia, o ancora le canzoni “traino” prima della release ufficiale dell'album sono 4-5, minimo. Come per esempio avvenne per The Marshall Mathers LP 2 nel 2013.
Le copie fisiche quindi, vanno piano piano scomparendo lasciando il posto al digitale da una parte, riproducibile ovunque, computer, cellulari, tablet, lettori mp3 ecc, dall'altra invece allo streaming. Quando si parla di streaming, e si parla ovviamente e per forza di cose di colossi come Spotify, si discute, si è discusso e si continua a discutere su quanto l'accessibilità totale e, soprattutto gratuita, alla musica danneggi l'artista in primis, ma forse anche l'ascoltatore subito dopo. Perché? Semplice: lo streaming non viene conteggiato, ovviamente, come verrebbe conteggiata una traccia digitale, pagata e quindi acquistata, ma viene conteggiato secondo un metro che permette di far equivalere [solitamente] 1500 streaming a 1 copia fisica per gli album [Per quanto riguarda i singoli invece 100 streaming equivalgono, secondo quando definito dalla RIIA nel Maggio 2013, a 1 copia digitale].
Il che è davvero incredibile, perché è vero che il tutto è gratuito, ma, free o meno, nessun ascoltatore, prendendo in considerazione un album di lunghezza “media”, 10 tracce, ascolterebbe un CD 150 volte, anche se acquistato. Danneggia l'ascoltatore invece perché, il “troppo” a volte non è bene. In questo caso finiamo per “sentire” tutto, ma non ascoltare davvero nulla. Si rischia quindi che la musica diventi il “sottofondo” nelle nostre vite, quando invece, come arte primaria, nel vero senso della parola, universale e universalmente riconosciuta come tale, la musica dovrebbe essere al primo posto, analizzata, ascoltata, memorizzata.
Quello che stiamo vivendo quindi oggi è il passaggio di testimone, che nella musica, molto più che nel cinema, ci trova impreparati.
Impreparati perché viviamo ancora con la mentalità per la quale una copia fisica valga di più di una copia digitale, e che quest'ultima valga di più di uno streaming. In fin dei conti, la cosa importante, che è il lavoro dell'artista, è uguale, identico, invariato in tutte e tre le situazioni. Ecco perché quando parliamo di un artista come Eminem, che sta letteralmente a cavallo tra le “generazioni” musicali, questa premessa è d'obbligo: con Infinite si distribuivano le audiocassette, con The Slim Shady LP e fino a The Marshall Mathers LP si è assistito al boom dei CD, una grande quantità di album “creata” e distribuita, accompagnata da un'abbassamento percettibile della qualità del suono. E poi? E poi arrivarono The Eminem Show ed Encore, proprio nel momento in cui la pirateria stava esplodendo, le connessioni Internet veloci permettevano all'ascoltatore di avere in mano una canzone in una manciata di minuti (voi probabilmente non vi ricorderete ma all'epoca, alla fine del 1900, per scaricare una canzone ci si metteva anche 3 giorni!) e sopratutto di recuperare l'album immediatamente dopo l'uscita, e a volte, anche prima…il danneggiamento dell'artista infatti parte primariamente da qui: molte canzoni finivano in rete prima ancora di esserte rilasciate, e questo costrinse gli artisti, come appunto Eminem per Encore, a modificare all'ultimo momento le tracklist, per permettere agli utenti di avere musica nuova da ascoltare.
Durante il “buco” di carriera che Eminem si porta dietro, tra gli anni 2005-2009, è cambiato tutto. A tal punto che adesso i singoli si lanciano su YouTube, MTV ha perso totalmente importanza, VeVo è il padrone incontrastato della parte “cinematografica” e “glamour” della musica e iTunes e Spotify decidono le sorti di un artista.
E' inutile parlare di come venne affrontato il cambiamento con Relapse (ci sarebbero troppi discorsi da fare, a livello di contenuti dell'album, a livello di marketing, a livello di prospettive musicali, anche se sicuramente la parte “virtuale” nel lancio dell'album ha avuto il suo peso, come vedremo), ma possiamo sicuramente prendere ad esempio il multiplatinato Recovery: solo una parola “Eccomi!”.
Eminem era ovunque, sempre: TV, Radio, iTunes, YouTube, Vevo, Siti Web, discussioni dei forum, commenti su Facebook, Tweets e cartelloni pubblicitari, sulle cover dei cellulari, sui tappetini del mouse, in bella mostra sulle nostre magliette.
Marketing a 360 gradi, ma, sopratutto, interazione “virtuale”; si poteva avere tutto, bastava una connessione internet, una carta di credito, e ovviamente, il cash! Questo permise, sopratutto con l'acquisto dei singoli a 1 o 1,29 euro (o dollari) agli artisti di alzare i numeri delle singole tracce facendoli schizzare in alto contemporaneamente nelle classifiche e anche nelle visualizzazioni dei video su YouTube e VeVo. Ed ecco che Not Afraid, simbolo del ritorno vero e proprio di Eminem, così come Love The Way You Lie, arrivò ad avere la certificazione di Diamante per le copie digitali.
L' hype quindi che si viene a creare intorno a una canzone, o a un artista, correlato dalla “parola” dell'utente, che commenta e condivide, porta la musica ad un altro livello: tutti ne parlano, tutti hanno un'opinione, tutti, indistintamente, dicono la propria.
Se da una parte quindi Eminem riesce a catturare l'attenzione mondiale, a lanciare la sua musica e a “consegnarla” nei più remoti angoli della Terra, dall'altra si becca le critiche di quella fetta di utenti che sono convinti di saperne di più, e di poter giudicare un artista da un paio di canzoni che hanno, si spera, ascoltato.
Durante la carriera di Eminem quindi cambia non solo il modo di reperire e acquistare la musica di pari passo alla tecnologia che avanza, ma anche il modo dell'artista di relazionarsi con il pubblico: è possibile infatti guardare performances su YouTube, vedere i video musicali in HD, interviste sul web, lanci ufficiali di tracce o progetti che compaiono direttamente sulla timeline dei nostri social network.
Ma, tutta questa digitalizzazione ha davvero aiutato la musica, e l'artista quindi, nella sua corsa alla “grandezza”? E' più facile adesso, o era più facile prima fare i “numeri”?
Forse le risposte non sono così ovvie come si potrebbe pensare.
Vediamo insieme come cambia, e se davvero cambia, la percezione musicale dell'ascoltatore e della critica nei confronti degli album di Eminem (analizzeremo ovviamente solo gli studio-album lasciando fuori le compilations e i greatest hits)
La carriera di Eminem parte con la creazione dell'album Infinite, uscito nel lontano 1996, il 12 Novembre esattamente, circa 20 anni fa. Ovviamente a livello di sonorità l'album risente delle influenze “old school” dell'hip hop e, ad una prima analisi, anche il modo di scrivere si avvicina moltissimo a quello dei rapper più conosciuti in quel periodo. L'album, rilasciato sotto l' etichetta indipendente Web Entertainment, è stato prodotto interamente da Mr. Porter (membro dei D12 nonchè attuale hype-man di Eminem) e Proof (deceduto nel 2006). Lo studio di registrazione era quello dei fratelli Bass, Mark e Jeff, che accompagnarono Eminem con le loro produzioni per gran parte della sua carriera. In totale si vocifera che l'album sia riuscito a vendere circa un migliaio di copie, incluse quelle che Marshall vendette di persona in giro per Detroit a circa 5 dollari.
A livello di review l'album fu subito definito poco convincente e ottenne quasi unicamente review negative: non era nulla di nuovo o eclatante, era tutto già visto e sentito.
Questa la tracklist di Infinite, che come potete notare presenta numerose collaborazioni, in perfetto stile con le tracklist degli anni '90:
1. “Infinite”
2. “W.E.G.O.”(featuring Proof & DJ Head)
3. “It's OK” (featuring Eye-Kyu)
4. “313” (featuring Eye-Kyu)
5. “Tonite”
6. “Maxine” (featuring Mr. Porter & Three)
7. “Open Mic” (featuring Thyme)
8. “Never 2 Far”
9. “Searchin'” (featuring Mr. Porter)
10. “Backstabber”
11. “Jealousy Woes II”
Il flop di Infinite, se di flop può parlarsi, spinse Marshall a creare un EP (che ovviamente fungeva da demo), che tutti noi oggi conosciamo: The Slim Shady EP, punto di svolta e di riferimento dell'intera carriera di Eminem.
Il The Slim Shady EP cominciò a circolare a Detroit e, questa volta, visto l'avvento dell' alter-ego Slim Shady, Eminem riuscì ad attirare molta più attenzione, finendo, nel Marzo 1998, nella colonna degli “Unsigned Hype” del magazine The Source (all'epoca uno dei giornali più importanti nell'ambito dell'hip hop) e, poco dopo nel mirino del leggendario Dr. Dre, con il quale lavorò fianco a fianco nella creazione dell'album che lo consacrò al pubblico: The Slim Shady LP.
The Slim Shady LP uscì il 23 Febbraio 1999, sotto etichetta Interscope / Aftermath Records, contiene 20 tracce ed è vincitore del Grammy Awards come “Miglior Album Rap”.
L'album vendette 283,000 copie nella prima settimana, e debuttò alla posizione num. 2 della Billboard 200, restando in classifica per ben 100 settimane.
Il 5 Aprile del lontano 1999, The Slim Shady LP ottenne la certificazione di “disco di platino” (al raggiungimento di 1 milione di copie). Il 15 Novembre dell'anno successivo, lo stesso venne certificato quadruplo platino, innalzando quindi lo status del CD a “Multi-Platino”.
L'album, primo sotto major per Eminem, venne trainato dalla smash hit “My Name Is”, che entrò, tra le altre, anche nella classifica Billboard Hot 100, arrivando alla posizione numero 36 e vincendo il Grammy per la “Best Rap Solo Performance”.
Anche gli altri singoli riuscirono ad arrivare nella Hot 100 di Billboard: “Guilty Coscience” e “Just Don't Give a Fuck” si posizionarono rispettivamente alle posizioni num. 56 e 62.
L'ultimo dato di vendita aggiornato è quello del Novembre 2013, che segna 5,437,000 copie vendute.
Ad oggi The Slim Shady LP è stato inserito al num. 273 della classifica “The 500 Greatest Albums of All Time” compilata dal Rolling Stone, e alla posizione num. 33 nella lista “100 Best Albums of the '90s” sempre dello stesso magazine.
A livello mondiale, l'album ha venduto circa 18,000,000 di copie (come sappiamo purtroppo nessun ente conta i dati worldwide delle vendite, e non esistono certificazioni ufficiali, quindi non è possibile stimare esattamente il numero delle copie vendute).
Tracklist:
1. “Public Service Announcement (skit)”
2. “My Name Is”
3. “Guilty Conscience” (featuring Dr. Dre)
4. “Brain Damage”
5. “Paul (skit)”
6. “If I Had”
7. “'97 Bonnie & Clyde”
8. “Bitch” (skit)
9. “Role Model”
10. “Lounge (skit)”
11. “My Fault”
12. “Ken Kaniff (skit)”
13. “Cum on Everybody” (featuring Dina Rae)
14. “Rock Bottom”
15. “Just Don't Give a Fuck”
16. “Soap (skit)”
17. “As the World Turns”
18. “I'm Shady”
19. “Bad Meets Evil” (featuring Royce da 5'9″)
20. “Still Don't Give a Fuck”
The Marshall Mathers LP, terzo studio album del rapper di Detroit, rilasciato il 23 Maggio del 2000, esce sotto etichetta Interscope / Aftermath / Shady Records, vendendo un totale di 1.760.000 copie nella prima settimana di uscita in USA, detenendo tutt'ora il record come fastest-selling studio album (album dalle vendite più veloci ndr) di un artista solista della storia della musica americana battendo Doggystyle di Snoop Dogg, uscito nel 1993, che deteneva al tempo il record. Il disco ottenne la certificazione di “platino” nella prima settimana di uscita.
L'album vendette 800,000 copie la sua seconda settimana, 598,000 copie la sua terza settimana e 519.000 copie nella quarta settimana, per un totale di 3,85 milioni di copie nel primo mese di uscita.
Debuttò alla posizione num. 1 della Billboard 200.
The Marshall Mathers LP vinse il Grammy Awards come “Best Rap Album” e fu nominato nella categoria “Album of the Year”.
Nel Novembre 2010, The Marshall Mathers LP è stato certificato “disco di diamante” con 10,216,000 copie vendute in America facendolo diventare il quarto album più venduto del decennio 2000.
Ad oggi l'album ha venduto un totale di 32,000,000 di copie worldwide.
The Real Slim Shady, primo singolo di The Marshall Mathers LP, arrivò alla posizione num. 4 di Billboard Hot 100; mentre il secondo singolo The Way I Am ricoprì la posizione num. 58.
The Marshall Mathers LP venne inserito alla posizione num 302 della classifica “The 500 Greatest Albums of All Time”, compilata dal Rolling Stone, salvo poi essere spostato alla posizione num. 244, in una successiva revisione della classifica nel 2012.
The Marshall Mathers LP fu inserito alla posizione num. 28 nella lista dei “200 Migliori Album di Sempre” realizzata dalla National Association of Recording Merchandisers & the Rock and Roll Hall of Fame.
Rolling Stone nella sua classifica dei Migliori Album della Decade 2000, inserisce The Marshall Mathers LP alla posizione num. 7, mentre Complex alla posizione num. 4
L' album, inoltre, entra nella classifica dei “Migliori Album Hip Hop di Sempre”, sia per l'editoriale Rolling Stones, che per gli editoriali XXL e Time.
Il sequel dell'album, The Marshall Mathers LP 2 è stato rilasciato il 5 Novembre 2013.
Tracklist:
1. “Public Service Announcement 2000”
2. “Kill You”
3. “Stan” (featuring Dido)
4. “Paul” (Skit)
5. “Who Knew”
6. “Steve Berman” (Skit)
7. “The Way I Am”
8. “The Real Slim Shady”
9. “Remember Me?”(featuring RBX and Sticky Fingaz)
10. “I'm Back”
11. “Marshall Mathers”
12. “Ken Kaniff” (Skit)
13. “Drug Ballad” (featuring Dina Rae)
14. “Amityville” (featuring Bizarre)
15. “Bitch Please II” (featuring Dr. Dre, Snoop Dogg, Xzibit and Nate Dogg)
16. “Kim”
17. “Under the Influence” (featuring D12)
18. “Criminal”
Da questo momento in poi la pirateria influenzerà i dati di vendita degli artisti. Siamo nei primi mesi dell'anno 2002. Eminem è impegnato nella stesura del nuovo studio album e nel frattempo lavora incessantemente alla realizzazione di 8 Mile, che vedrà la luce da lì a breve, nel Novembre 2002, e avrà come colonna sonora il suo più grande successo Lose Yourself, vincitrice di un Oscar, l' Academy Award per la “Best Original Song” [Di Lose Yourself parleremo nel dettaglio, visto che merita uno spazio a parte e non fa parte di uno studio album, ma della compilation “Music from and Inspired by the Motion Picture 8 Mile”, nel prossimo focus]
Dopo il successo planetario di The Marshall Mathers LP, è la volta dell' acclamato The Eminem Show, quarto studio album di Eminem e disco con le miglior vendite del 2002, rilasciato sotto etichetta Interscope / Aftermath / Shady Records. L'album sarebbe dovuto uscire il 4 Giugno 2002, ma circa 20 giorni prima, una copia illegale trapelò in rete, creando scompiglio e costringendo la Interscope ad anticipare la release dell'album al 28 Maggio 2002. In realtà, però, vista la frenetica attesa dell'album, moltissimi rivenditori in America misero in vendita il disco il 26 Maggio, alcuni addirittura il 24, esponendo cartelloni con la scritta “America Couldn't Wait” – “L'America non è riuscita ad aspettare”, e creando confusione nel conteggio delle vendite della prima settimana: per quanto riguarda la settimana di uscita, considerata come settimana abbreviata, dal venerdì 24 Maggio 2002 al lunedì successivo, l'album vendette 284,000 copie, invece nella sua settimana “estesa” l'album vendette 1,322,000 debuttando anch'esso, come era stato per The Marshall Mathers LP, alla posizione num. 1 della Billboard 200.
The Eminem Show vendette 809,000 copie nella sua terza settimana e 529,562 nella sua quarta settimana, che unite alle vendite della settimana abbreviata più quelle della settimana estesa (che quindi conta come se fosse la seconda settimana) portarono l'album a poco meno di 3,000,000 di copie vendute nel primo mese di uscita. L'album vendette 391,000 copie nella quinta settimana, rimanendo per la quinta settimana consecutiva alla posizione num. 1 della Billboard 200.
Il 7 Marzo 2011 l'album è stato certificato “disco di diamante” con più di 10,313,000 di copie vendute.
Le vendite worldwide per The Eminem Show si attestano, fino ad oggi, a 30,000,000 circa.
The Eminem Show, prodotto quasi interamente da Eminem, si posizionò al num. 317 della classifica “The 500 Greatest Albums of All Time” compilata dal Rolling Stone, e al num. 84 della classifica dei Migliori Album della Decade 2000.
The Eminem Show vinse il Grammy Award per il Best Rap Album, facendo diventare Eminem il primo artista ad aver vinto il premio per tre album consecutivi.
Tracklist:
1. “Curtains Up” (skit)
2. “White America”
3. “Business”
4. “Cleanin' Out My Closet”
5. “Square Dance”
6. “The Kiss” (skit)
7. “Soldier”
8. “Say Goodbye Hollywood”
9. “Drips” (featuring Obie Trice)
10. “Without Me”
11. “Paul Rosenberg” (skit)
12. “Sing for the Moment”
13. “Superman” (featuring Dina Rae)
14. “Hailie's Song”
15. “Steve Berman” (skit)
16. “When the Music Stops” (featuring D12)
17. “Say What You Say” (featuring Dr. Dre)
18. “'Till I Collapse” (featuring Nate Dogg)
19. “My Dad's Gone Crazy” (featuring Hailie Jade)
20. “Curtains Close” (skit)
Il quinto studio album di Eminem, Encore, sarebbe dovuto uscire il 16 Novembre 2004, ma fu anticipato al 12 Novembre 2004, in quanto anche quest'ultimo, proprio come avvenne per The Eminem Show, trapelò in rete alcuni giorni prima della release ufficiale. Encore uscì esattamente 8 anni dopo Infinite, e vendette 710,000 copie nella sua prima settimana (composta in realtà da soli 3 gg, quindi anche qui abbiamo una settimana abbreviata) debuttando alla posizione num. 1 della Billboard 200. L'album vendette più di 1,500,000 copie nelle prime due settimane di uscita, e a dicembre dello stesso anno, 2004, fu certificato quadruplo platino.
L'ultimo dato di vendita è quello del Novembre 2013, che contava 5,343,000 copie vendute negli USA.
Ad oggi Encore ha venduto 18,000,000 di copie worldwide.
Encore fu l'unico studio album di Eminem sotto major label a non aver vinto il Grammy nella categoria Best Rap Album. L'album era nominato anche nelle categorie Best Rap Performance by a Duo or Group per la canzone “Encore” e Best Rap Solo Performance per la canzone “Mockingbird“.
Encora segna un punto di arresto nella carriera di Eminem, e benché fu anch'esso un successo planetario, non riuscì a collezionare review e opinioni positive da critici musicali e fans. Da qui in poi assisteremo a un lento declino della carriera di Marshall Mathers, che non si risolleverà fino al 2009.
Tracklist:
1. “Curtains Up”
2. “Evil Deeds”
3. “Never Enough” (featuring 50 Cent & Nate Dogg)
4. “Yellow Brick Road”
5. “Like Toy Soldiers”
6. “Mosh”
7. “Puke”
8. “My 1st Single”
9. “Paul” (skit)
10. “Rain Man”
11. “Big Weenie”
12. “Em Calls Paul” (skit)
13. “Just Lose It”
14. “Ass Like That”
15. “Spend Some Time” (featuring Obie Trice, Stat Quo & 50 Cent)
16. “Mockingbird”
17. “Crazy in Love”
18. “One Shot 2 Shot” (featuring D12)
19. “Final Thought” (skit)
20. “Encore / Curtains Down” (featuring Dr. Dre & 50 Cent)
*Fonti dati di vendita: RIIA, Nielsen, FIMI, Billboard e Wikipedia Eng.
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Credits:
Stesura, Revisione e Traduzioni: Mery_Jo
Revisione:_RoccoR_
Montaggio Video: Silvia Shady