Per questo nuovo album Eminem sceglie un concept davvero particolare, anche se non nuovo e più volte toccato all’interno della sua discografia.
The Death of Slim Shady (Coup de Grâce), narra la contrapposizione tra il percorso di maturazione di Marshall Mathers come persona, padre e artista, e l’evoluzione del suo alter ego, Slim Shady. Il disco esplora la dicotomia tra questi due aspetti, mostrando come Shady, nato come rappresentazione di rabbia, dipendenze e lati oscuri, abbia influenzato la crescita di Eminem e come, nel tempo, sia diventato un ostacolo alla sua evoluzione personale e artistica.
L’album è diviso in due parti: una prima parte che vede la presenza assillante di Shady e una seconda parte che vede la predominanza artistica di Eminem.
Analizziamo l’album traccia per traccia, per scoprire il viaggio che Eminem ha deciso di farci fare insieme a lui con questo progetto musicale.
La totale predominanza di Slim Shady
Nella prima parte dell’album Slim Shady ribadisce con enfasi di essere rinato (#1 Renaissance – traduzione completa) nel suo atteggiamento ribelle. Affascina con lo stereotipo hip-hop della sfida espressa nell’abbigliamento: porta la bandana, i pantaloni bassi e non teme nessuno (With balls, in his durag, he sags, fearin’ no man).
In #2 Habits, l’artista confessa ufficialmente di essere ricaduto nelle vecchie abitudini, facendo riferimento a Slim Shady e dicendogli che gli è mancato (Goddam I miss you Slim). Indica la dipendenza che Shady crea in Eminem, la ricaduta nelle vecchia abitudini, come una droga da cui non può liberarsi (You got an addiction, man; Hai una dipendenza, amico). Nonostante Eminem abbia consapevolezza della sua lotta interiore (There’s times when I lay down to sleep I argue with myself, am I the only one who thinks this way? Do I need help?; Ci sono volte in cui sono coricato e discuto con me stesso, sono l’unico che lo fa? Ho bisogno d’aiuto?) si ritrova imbavagliato: Shady minaccia di ucciderlo se non prende una pasticca di Ativan (You take this or I put a bullet between your fucking eyes; prendi questa o ti pianto un proiettile in mezzo agli occhi). Al rifiuto di Eminem (I don’t wanna; Non voglio!) Shady spacca la pillola a metà ne assumono mezza ciascuno (The we’ll split it; E allora facciamo a metà).
A questo punto in #3 Trouble (traduzione completa) Shady ha il potere in mano: fa ubriacare Eminem (in Guilty Conscience 2 scopriremo che Eminem è al terzo shot “what shot is this? First, second, it’s you third; leggi la traduzione completa) e lo deride dicendogli che Eminem non può liberarsi di lui perchè hanno bisogno l’uno dell’altro (you wanna cancel me? […] when you gonna realize that we fucking need each other?; vuoi cancellarmi? […] quando lo capirai che abbiamo bisogno l’uno dell’altro, cazzo?)
#4 Brand New Dance (traduzione completa) riporta Slim Shady ai fasti del 2004, permettendosi di sfogare la sua personalità irrispettosa e provocatoria soprattutto contro Christopher Reeve. Il brano è effettivamente una traccia che era stata pensata per Encore, risistemata poi per il presente album (sempre in Guilty Coscience 2 scopriremo che la canzone non è mai stata inserita in Encore perchè Christopher Reeve è deceduto).
Da questo punto in poi ci troveremo di fronte ad una vera e propria escalation: Slim Shady da semplice “Evil” finisce per identificarsi con Lucifero, fino poi ad emergere come l’Anticristo (in questa traccia Eminem usa volutamente il suo nome di battesimo, dicendo che Marshall è l’Anticristo, proprio per evidenziare la circostanza che lui e Shady siano in realtà una cosa sola). E’ volutamente un’escalation narrativa di grande impatto, che amplifica esponenzialmente il male e la minaccia che l’alter ego rappresenta per l’artista.
In #5 Evil (traduzione completa) la personalità di Shady è predominante. Eminem si sveglia di cattivissimo umore tanto che potrebbe prendersela persino con Dr. Dre (Woke up with an attitude today, not in the mood to play, might start a feud with Dre; Mi sono svegliato di cattivo umore oggi, non sono dell’umore di scherzare, potrei iniziare una lite con Dre). Il ritornello della canzone è esemplificativo della personalità di Slim Shady: è un’incarnazione del male che rappresenta il lato più oscuro della natura di Eminem ed è una forza esterna a lui, qualcosa contro cui è impotente (sono così cattivo, marcio fino al midollo, un fottuto cervello contorto). Il brano descrive l’abuso di farmaci e una situazione di dipendenza: l’immagine di tagliare le pillole a metà e di ingerirle come giavellotti sottolinea l’atto di assunzione compulsiva e l’impatto negativo che i farmaci hanno sul corpo, causando dolori e disturbi gastrointestinali (Tablets, I split like half of this capsule, it’s travelin’ like a javelin, through my abdomen, my stomach’s unravelin‘; Pillole, la taglio a metà, sta scendendo come un cazzo di giavellotto lungo il mio addome, il mio stomaco si spacca in due)
Lo skit #6 All You Got (skit) (traduzione completa) spinge ancora il disco nella direzione di Slim Shady e lo fa attraverso la sua arroganza, parlando a Eminem e dicendogli: “Non puoi superarmi, non puoi essere più furbo di me. Sono tutto quello che hai”
In #7 Lucifer, Shady emerge con tutta la sua rabbia e negatività, alimentata dal dolore (Something to stop the pain; Qualcosa per fermare il dolore). L’espressione provocatoria “Woo, it feels so good to be bad”, originariamente utilizzata in Square Dance con un senso differente, e cioè “it feels so good to be back”, esplora il fascino oscuro della trasgressione e della malvagità; la mancanza di empatia e di moralità fa sì che Slim Shady tiri in ballo anche la propria madre: “Ma se è questo che fa a sua madre, immagina cosa farebbe a te […], guarda cosa ha generato il tuo utero, Lucifero”.
L’apoteosi della trasformazione dà vita a #8 Antichrist. Qui l’artista diventa la figura centrale di una profezia apocalittica, destinato a portare la fine del mondo e a sconfiggere il bene (The devil came to Michigan; il Diavolo è arrivato in Michigan). Nel ritornello viene sterminato l’intero genere umano (Marshall, he’s the antichrist, he will slice and dice, men, women, and children; Marshall, lui è l’Anticristo, farà a pezzi a maciullerà uomini, donne e bambini)
Segue #9 Fuel. La canzone descrive Shady come un personaggio inarrestabile e senza paura. È così motivato e determinato che il solo pensiero che possa non rallentare è terrificante per gli altri (What the fuck y’all gon’ do if I don’t run of fuel?; Che cosa cazzo farete se non finirò il carburante?)
Ma l’artista non è affatto a secco di carburante, e finisce per guidarci alla successiva traccia #10 Road Rage dove Eminem dà voce alla frustrazione repressa. Il termine “road rage” fa riferimento a qualsiasi manifestazione di rabbia e aggressività quando ci si trova al volante. Sul brano, l’alter ego Slim Shady si scatena dicendo cose offensive in modo deliberato. Pur essendo presente un barlume di presa di coscienza (I’m a master at masquerading and actin’ like I ain’t faded, only I can see through my disguise; Sono un maestro nel camuffarmi e fingere di stare bene, ma solo io riesco a vedere attraverso il mio travestimento), verso la fine della traccia l’immagine di Slim Shady che sta per tingere i capelli di Eminem (Fuck’s it look like I’m doin’? Dyin’ our hair; Che cosa cazzo ti sembra che io stia facendo? Ci sto decolorando i capelli) indica un’imminente fusione tra i due personaggi.
La piena fusione di identità dà sfogo alla magia di #11 Houdini (traduzione completa). Qui Shady riprende il concetto espresso in Lucifer di essere nato già cattivo (Look what the stork brung, little baby devil with the forked tongue; leggi la traduzione completa) e nell’escalation della canzone finisce per mandare a quel paese anche le proprie figlie (fuck my own kids they’re brats; fanculo le mie stesse figlie, sono delle viziate). Sul finale però ci sorprende, ci dice che Shady in realtà non è mai riuscito a rapire Eminem (the kidnappin’ never did happen; il rapimento non è mai successo nella realtà) e apre così la strada alla ribellione finale.
#12 Breaking News (skit) Shady mostra a Eminem un servizio di un notiziario americano in cui si racconta di persone che protestano contro Eminem per l’uscita del suo nuovo album, che molti considerano offensivo.
Il punto di svolta, la morte di Slim Shady
Un momento cruciale arriva nel capolavoro introspettivo #13 Guilty Conscience 2 (traduzione completa), dove Eminem, sopraffatto dalle voci contrastanti, si arrende momentaneamente a Shady. Il dubbio di aver bisogno di Shady per essere un artista lo tormenta. La canzone si apre con un dialogo interno tra le due personalità di Marshall: Eminem, la parte razionale e sensibile che cerca di contenere Slim Shady, il suo alter ego violento e provocatorio. Ma più si ubriaca (what shot is this? First, second… è il tuo terzo!), più la sua razionalità vacilla e Slim Shady prende il sopravvento. Slim Shady è al comando, e Marshall ammette di non avere il controllo (lost control of me; hai perso il controllo). Le rime di Eminem si fanno sempre più aggressive e volgari, rispecchiando la sua crescente identificazione con Slim Shady. Ad un certo punto la voce di Eminem diventa indistinguibile da quella di Shady, creando un’unica entità oscura e tormentata. Ma proprio quando sembra che Slim Shady abbia preso il controllo definitivo, qualcosa cambia: in una scena simbolica, Eminem si guarda allo specchio (Bitch, it’s just a mirror, relax; Stronzo è solo uno specchia, rilassati) e “spara” a Shady, metaforicamente, uccidendo il suo alter ego. Questo evento segna la liberazione di Marshall dal dominio di Shady e l’inizio di una nuova era. Un lampo di consapevolezza squarcia il velo dell’ebbrezza e Marshall si risveglia alla realtà. Si ritrova solo, con il suono della sveglia e la chiamata a Paul lo riporta alla vita reale. Slim Shady esce per sempre di scena e il disco passa in mano a Eminem, ma non prima di avere udito un’ultima risata malvagia.
La rinascita di Eminem e l’affermazione di sé
La seconda parte dell’album è caratterizzata da un mood più serio e riflessivo, con un sound meno agitato. Eminem ci dimostra di non aver più bisogno di Slim Shady per essere un artista. Descrive la sua ascesa nel panorama musicale mondiale come una straordinaria parabola di talento, perseveranza e impatto culturale.
La traccia #14 Head Honcho indica un’espressione inglese informale che significa capo supremo o grande capo. Tratta di come Eminem sia ancora considerato il rapper numero uno (I’m the head honcho, they call me the boss, though; Sono il capo assoluto, mi chiamano boss;) sottolineando il suo status di leggenda vivente nel panorama hip-hop. Si riferisce anche ad altri rapper in generale che considera poco talentuosi o di minor successo (li supero di gran lunga, ma prenderli di mira non abbassa il mio livello).
Anche le tracce assumono una dimensione più matura e toccano la sua sfera privata con temi più riflessivi e introspettivi come il senso della famiglia, il significato della vita e la morte. La traccia #15 Temporary (traduzione completa) è una traccia struggente che ha commosso i fan fino alle lacrime. La canzone, intrisa di emozioni sincere e vulnerabilità, è una dedica toccante alla figlia Hailie Jade (So this song is for Hailie, for when that day comes; Questa canzone è per Hailie, per quando quel giorno arriverà).
In #16 Bad One Eminem si vanta del suo successo commerciale e del suo impatto sulla scena rap, con versi come “I’m going platinum […] I’m going diamond […] I’m going gold” in riferimento alle varie certificazioni musicali. Viene sottolineata anche la tensione tra il successo di Eminem e le reazioni negative che spesso riceve per la sua personalità provocatoria, tanto da portare talvolta i fan a non apprezzare a pieno i suoi dischi (I love all of my records, but she said I got a bad one; Amo tutti i miei dischi, ma lei dice che ne ho tirato fuori uno orrendo).
Chiude il filone #17 Tobey (traduzione completa). La traccia incorona Eminem come il GOAT (Greatest Of All Time), ovvero il migliore di sempre. Le conquiste innegabili di Eminem, il suo talento immenso, la sua influenza duratura e la sua capacità di ispirare lo elevano a un livello di eccellenza che nessun altro artista può vantare. Il messaggio generale del brano suggerisce una ritrovata fiducia in se stesso e un riconoscimento dei suoi successi, rafforzando l’interpretazione che egli si consideri tra i più grandi rapper di tutti i tempi. Abbiamo qui la piena affermazione di Eminem come artista (Ho oltrepassato qualsiasi sogno io abbia mai fatto, consolidato la mia eredità).
L’album si chiuderebbe così, con il simpatico #18 Guess Who’s Back (skit) che si riallaccia a “Tobey” con un accenno dello stesso beat e poi prosegue offrendo un momento di comicità. Il personaggio dello skit Ken Kaniff, che è appunto ritornato, prende in giro il singolo principale dell’album, “Houdini”, cantandone qualche verso in modo parodistico. Sarebbe una chiusura perfetta di un classico album di Eminem, che nemmeno nei momenti più artistici perde la sua vena comica.
L’epilogo
Ma alla fine con #19 Somebody Save Me (traduzione completa), Eminem ci fa un grande regalo: con un parallelismo ci spiega cosa sarebbe successo se non fosse riuscito a sconfiggere Slim Shady. La canzone descrive una “realtà alternativa” in cui Eminem non è mai riuscito a disintossicarsi dalla droga, perdendo di conseguenza molti momenti importanti con la sua famiglia (Hailie, mi dispiace tanto, lo so che non ero lì per il tuo primo saggio di chitarra) e descrivendo il proprio funerale, in una straziante scena finale raccontata nei minimi dettagli, che fa rabbrividire i fans all’ascolto (Mentre cado sempre più in basso in questo buco profondo, mentre mi calano nella bara, sento le lacrime, cadono sulla mia guancia).