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L´intervista di Eminem a Hotboxin di Mike Tyson tradotta in italiano

L´intervista di Eminem a Hotboxin di Mike Tyson tradotta in italiano

Hotboxing with Mike Tyson è un podcast con Mike Tyson e co-condotto dall’ed ex giocatore della NFL Eben Britton. Mike ed Eben invitano amici di vecchia data e altri personaggi di spicco presso lo studio podcast del Tyson Ranch a El Segundo, per una chiacchierata in compagnia.

Anche Eminem e il suo hype man Mr. Porter sono stati ospiti del podcast Hotboxing with Mike Tyson!

Di seguito il video e le parti salienti tradotte.

Mike Tyson presenta Eminem: “Shady is in the house!” ma Em risponde: “In realtà c’è Marshall qui davanti a te. Sono agitatissimo, se comincio a diventare pesante fermami. Ci siamo incontrati al Kimmel e abbiamo avuto occasione di parlare. Sono un grandissimo tuo fan, non riesco nemmeno a pensare… mi sento come un bimbo ora. Ho visto tutti i documentari e tutte le tue fight, tutto ciò che trovo, sono onorato davvero. Mi sento un bimbo

La chiacchierata si sposta sull’impatto storico che l’hip-hop ha avuto sulla scena musicale.

Eminem commenta: “Crescendo ho amato l’hip-hop, era come se riuscisse a parlarmi più di qualsiasi altro genere musicale. Dai primi tempi con Ice-T, Fat Boys e LL Cool J, Run DM, Bestie Boys, all’inizio ero un fan dell’hip-hop, prima ancora che pensassi di iniziare a rappare, LL Cool J mi ha ispirato per scrivere rime, avevo circa 12-13 anni. E facevo schifo. Non ero per niente bravo. Ho dovuto continuare a darci dentro, a 15 anni ero capace a mettere insieme più canzoni. Non sono mai stato bravo in nient’altro. Una volta che ho capito che ero decente in quello che facevo, mi ci sono focalizzato sempre più. Il rock & roll o l’RnB o il blues non mi hanno mai preso, certo le sentivo le canzoni alla radio o le canzoni che mia madre ascoltava in macchina, ma quando conobbi l’hip-hop… era fatta. Quando ho cominciato ad imparare a unire le canzoni ho cominciato a pensare che avrei potuto essere bravo tanto quel rapper, e ho continuato e imparato un sacco. La prima volta che ho sentito qualcosa di hip-hop fu quando mio zio Ronnie mi portò la colonna sonora del film Breaking che conteneva la traccia Reckless di Ice-T. E’ stato lo zio Ronnie a farmi conoscere il rap. Poi in quel periodo vidi anche il film e me ne innamorai. Il rap mi parlava come nessun altro tipo di musica aveva mai fatto prima”.

E continua: “Attorno ai 15-16 anni avevo paura di andare nei club o locali a rappare perché sentivo come se non fossi bravo a sufficienza […] e un giorno Proof mi chiama e mi dice: “devi venire all’Hip-Hop Shop! Butta giù qualche rima e vieni”. Poi Em guarda Denaun: “ti ricordi Proof? Lui era così, giravamo insieme ma lui gestiva le sue cose e io lavoravo in ditta. E Proof man mano conosceva un sacco di persone, J Dilla, Slum Village e tutti i primi rapper di Detroit. Proof c’era dentro in pieno. Quindi vado all’Hip-Hop Shop e lui mi dice che avrebbe fatto uscire tutti, che lascia dentro al locale una decina di persone e mi dice: 'adesso rappi, se non piaci, ti diranno che non gli piaci e viceversa'. Così ci sono andato e così abbiamo iniziato le battles. Facevamo una battle ogni 2-3 mesi. Ogni Sabato dovevo accertarmi che non dovessi lavorare fino alle 4 perché dovevo andare all’hip hop shop. Qui avevo circa 20 anni. C’era la Saint Andrews Hall il Venerdì sera, l’Hip-Hop Shop il Sabato, il Martedì l’Ebony Showcase.

La prima battle che ebbi all’ Hip-Hop Shop la vinsi. C’era Proof che prendeva i nomi e li metteva in un cappello e li estraeva. Così usciva Bizarre contro B-Flat. Ricordo che una volta feci una battle con Kuniva del mio gruppo D12 ma ancora non eravamo un gruppo.

Ho conosciuto tante persone, anche fuori Detroit, andavo alla 97 Scribble Jam a Cincinnati e poi ho perso contro questo tizio che si chiama Juice, che ad oggi è ancora un rapper coi controcazzi. E pensai che fosse talmente bravo che era stato giusto che avessi perso.

Poi ho incontrato Windy Day, lei mi ha inserito nel suo team delle battle. C’era un evento a Los Angeles chiamato Rap Olympics. Così ero nel gruppo, ho fatto le mie battle e alla fine ho perso di nuovo, contro l’ultimo tizio. Ero scoraggiatissimo. Proprio il giorno prima di andare alle Rap Olympics, ero appena stato sfrattato da casa. Succede che io e il mio amico torniamo dal lavoro e c’è tutta la roba in giardino. Ho dovuto rompere la finestra sul retro perché non avevo nessun posto dove stare e ho dormito sul pavimento. Il giorno dopo sono andato alle Rap Olympics. Grazie a Windy Day che mi ha pagato il biglietto aereo. Il primo premio erano 500$ e io avevo davvero bisogno di 500$ ma ho perso. Ero devastato. Poi saltò fuori Dean Guy SLinger che mi dice 'oh hai uno di quei CD?' e gli dico 'sì, tieni' e glielo lancio così, sovrappensiero. Non sapevo che Dean lavorasse con Jimmy Iovine. Così ha dato il CD a Jimmy e Jimmy lo ha dato a Dre. Io nel frattempo ero tornato a Detroit, fottuto, senza nessun posto dove andare. Ma poi ho ricevuto la chiamata. Ed ero tipo 'oh merda sta succedendo davvero'.

Poi Em di rivolge a Tyson: “Tu sei come un dio per me, hai fatto così tante cose nella tua vita, è fuori di testa essere l’Heavyweight Champions a soli 20 anni. Ci vuole tanta roba per diventare campione. Ricordo le prime lotte che ho visto quando ero più giovane e si parlava di te e si diceva: 'Oh questo tizio si chiama Mike Tyson e butta giù i figli di puttana in 10 secondi'. La prima lotta che ho visto era contro Trevor Burbank. Lo hai steso al suolo 3 volte solo con un pugno [ride, ndr] e io pensavo: 'Ma che cazzo'. Lo so che la boxe è difficile. Ho fatto boxe per 13 anni, come allenamento. Combinavo qualcosa con Emanuel Steward, veniva a casa mia due volte a settimana, portava i suoi boxers dalla Kronk Gym. Ti parlo di 12-13 anni fa. Emmanuel veniva e mi mostrava le basi della boxe, e mi ci è voluto tantissimo cazzo di tempo per imparare solo le basi.

Ti racconto una storia divertente, dopo circa 6 mesi, Emanuel porta i suoi boxers come ogni settimana, continuavano a farmi il culo, ma almeno io imparavo e mi sentivo meglio in generale. Insomma, un giorno arriva a casa mia e io ero al telefono, quando esco vedo il boxer con il casco, quindi mi preparo anche io e mi vesto. Mi ha fatto un culo pazzesco, mi ha ribaltato. Dopo 3 rounds si toglie il casco e gli dico: 'Amico, ma quanti anni hai?'. Mi dice 14. Ero tipo: 'Ma cazzo, ma io mollo tutto! Chius'”. […]

Mike io penso che se tu adesso mi colpissi, io morirei. Sul colpo. Penso che potresti colpire un muro di mattoni e farci dentro un buco, cazzo. Tu potresti fottere chiunque. Nessuno ha mai messo fuori combattimento le persone, come facevi tu. Immagino che per essere un combattente tu debba essere un certo tipo di persona e debba avere un certo tipo di impegno. […] Per me il rap è come un lavoro a tempo pieno, mi richiede tanto tempo, devi essere sempre sul pezzo, ma per fare boxe ci vuole una disciplina diversa e avere le palle di entrare nel ring e combattere.

[…] Quando ero bambino, mi hanno fatto il culo un sacco di volte. Combattevo, perdevo. Combattevo, vincevo. C’è stato un momento in cui ho iniziato a essere immischiato in risse e dopo averne vinte a sufficienza e ho cominciato a sentirmi confidente, fino a quando ho imparato le basi della boxe. Lì ho pensato che fossi totalmente ignorante in materia. Poi Mike, so che tu hai un cuore ovviamente, e che picchi qualcuno ma poi ti senti da schifo. Tipo, ti odio durante la lotta, ma poi quando finisce non ti odio più. Anzi mi dispiace perché ora potresti morire.

[…]Quando ero piccolo mi sentivo come se non fossi bravo in niente, qualsiasi cosa facessi, non ero abbastanza bravo. E’ psicologico, credo, che quando ti senti inutile, pensi di non valere niente su questa Terra, ma poi trovi qualcosa in cui sei davvero bravo… è normale che ci metti anima e corpo per continuare. […] Poi la gente pensa che i soldi comprano la felicità, niente di più sbagliato, devi essere giusto e stare bene dentro, altrimenti non vale nulla”.

Poi Eben Britton cambia argomento, si complimenta per la performance agli Oscars.

Eminem commenta: “Vi spiego perché ho fatto questa faccia strana. Quando sono uscito sul palco, andava tutto bene, faccio la prima strofa. Sai…mi avevano messo la scatoletta del microfono, che ti passa vicino alla cintura e va nelle orecchie per sentire la musica. Quindi sto rappando e di colpo vedo, in mezzo alle gambe, che mi dondola sta cazzo di scatoletta. Quindi faccio così tipo per prenderla, cerco di infilare sta stronza e mi accorgo che non ho le tasche dietro. Cazzo. Quindi continuo a rappare e penso: 'Fanculo lo metto nella tasca davanti'. A quel punto la canzone è finita. E sono tipo: 'Ma che cazzo, fanculo'. Avevamo anche fatto un sacco di prove. Io le so le lyrics di Lose Yourself. Quella era l’unica cosa che non avevamo pianificato e ovviamente doveva succedere. Fanculo. Davvero non si è visto? Non ho voluto rivederlo perché mi sarei arrabbiato”.

La chiacchierata si fa più personale, Mike Tyson gli chiede di sua figlia.

Eminem risponde: “Hailie ha 23 anni. Ha un ragazzo, niente figli, no. Lei mi rende orgoglioso, di sicuro. Si è laureata con 3.9 [su un massimo di 4, ndr]. Ho una nipote, che è praticamente come una figlia per me, lei ha 26 anni e ne ho una più piccola, ne ha 17. Quando penso ai miei traguardi, questa è la cosa di cui vado più orgoglioso, di essere riuscito a crescere dei figli. È importantissimo mantenere i figli con i piedi per terra quando si sono dovute affrontare situazioni come quelle che abbiamo affrontato noi nella vita.

[…] Poi si amico, le persone che mi stanno accanto pensano che io sia fuori di testa. Anche i miei amici sono più o meno pazzi, anche solo per essermi amici”.

Si chiacchiera, Mike dice che quando la vita ti volta le spalle e pensi di non valere nulla, esiste sempre quella persona amica da cui corri quando le cose vanno male. E corri da lui perché sai che dirà delle cose bellissime su di te.

E Eminem commenta: “Proof per me era questo tipo di persona. So che non ce l’avrei mai fatta senza conoscerlo. Mi faceva da garante ad ogni show, le persone lo rispettavano, il suo nome significava qualcosa per loro

L’intervista finisce. Eminem dichiara che questa potrebbe essere più bella intervista che abbia mai realizzato.

Ma Tyson gli fa, forse, il più bel complimento che sia mai stato fatto a Eminem, dicendogli: “Tu sei l’unico bianco che sa cosa significhi essere neri”.

Il video finisce. Si parla di una seconda parte. Staremo a vedere.

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