Continua la lista delle traduzioni delle annotazioni rilasciate da Eminem su Genius.
Dopo quelle relative a Shady XV e Rap God, è il turno di quelle concernenti Infinite e The Slim Shady LP.
Iniziamo con le annotazioni relative a Infinite, primo album in studio del biondino, pubblicato ormai nel lontano 1996.
La prima traccia in cui troviamo delle annotazioni è la “title track” “Infinite”:
“[Produced by Mr. Porter & Jeff Bass]”
Per “Infinite”, Denaun (Mr. Porter, ndr) aveva i sample e io avevo già preparato le parti vocali. Proof inserì solo i drums*, e questi suoni e questa roba dietro anche.
*batteria
La seconda e ultima traccia di Infinite in cui Eminem ha rilasciato annotazioni è “Open Mic”:
“[Produced by Mr. Porter]”
Mr. Porter ha prodotto tutti i beat di Infinite. Proof arrivò all’ultimo minuto e disse di non sentire pompare abbastanza i beat. Così, portò Dj Head alla batteria e mise i drums dietro questa canzone.
Procediamo ora all'album che ha reso Eminem famoso al pubblico, The Slim Shady LP.
Il rapper ha rilasciato delle annotazioni nella canzone “My name is”:
“[Produced by Dr. Dre]”
“My name is” è stata la prima canzone che abbiamo registrato. Ne abbiamo registrato [di canzoni] 3 o 4 quel giorno, in circa 6 ore. Una canzone si chiamava “Ghost Stories” e una “When Hell Freezes Over”. Credo ce ne fosse un’altra, ma non ricordo quale fosse. Abbiamo sempre avuto questa discussione, perché Dre disse che erano 4.
Paul viveva in New Jersey, proprio di fronte a Manhattan. Aveva un appartamento che condivideva con tre coinquilini. Io ero il di più, dormivo sul divano. Non avevamo ancora soldi, davvero. Avevamo già girato il video e lo vedemmo per la prima volta su MTV. Fu mandato [in onda] di sera davvero tardi. Io stavo dormendo sul divano quando Paul lo vide per la prima volta.
Ecco quando pensammo “Okay, questo non è più uno scherzo”. Avevamo avuto modo di provarlo, essendo stati nello studio con Dre e merda del genere. Ma una volta che il singolo fu lanciato, la mia vita cambiò in questo modo. In una giornata. Basta andare fuori. Non potevo più andare fuori. In un giorno. Venire dal giorno prima, facendo quello che cazzo volevo fare, perché nessuno sapeva chi fossi, a, porca puttana, persone che maledettamente ci seguivano. Fu pazzesco. Ecco quando questa cosa diventò veramente [assurda] – era tanta roba da gestire tutta in una volta.
Giusto dopo che il singolo fu lanciato, feci degli autografi al “Virgin Megastore” di Times Square. Mentre ero lì, un funzionario del tribunale voleva darmi una notifica. Sapevano dove avrei dovuto essere e avevano intenzione di darmi la notifica di persona. Il ragazzo fu placcato. Fu stupido. Non hai più bisogno di consegnarla fisicamente a [quel] qualcuno, come nei film. Ma il ragazzo era un cowboy. Era una querela da parte di mia madre, credo.
“Hi, my name is, what? My name is, who? My name is, chka-chka Slim Shady”
Dre mise su la canzone di Labi Siffre (“I got the..”, sample utilizzato per My name is, ndr), e io iniziai con “Hi! My name is!”. Quel beat mi stava parlando. Io ero come “Yo, è questo, questo è la mia opportunità. Se non impressiono questo tizio, tornerò a casa e sarò fottuto”. Sapevo che Dre non era una persona facile da accontentare. Fui certo che per qualsiasi beat avesse pronto, io avessi delle rime pronte, o improvvisassi qualche rima sul posto.
“My name is” fu la prima cosa che mi uscì da bocca quel primo giorno in cui ero in casa di Dre. Non so se abbiamo rilasciato ciò che feci il primo giorno o se l'ho poi rifatta, ma era fondamentalmente la stessa cosa.
Non sapevo cosa significasse il “taglio” all'epoca, nè ci credevo. Allora volevo andare solo dall’inizio della canzone fino alla fine. Non sorvolavo mai i ritornelli. Tutto era live, una battuta. Se facevo dall’inizio alla fottuta fine e mancavo l’ultima parola, gli dicevo “Rimettila da capo, rifacciamola”. Ricordo che Dre mi diceva “Yo, sei fottutamente pazzo? Vai avanti la tagliamo dopo”. Non mi piaceva quel concetto semplicemente perché non lo usavo.
Quando registravamo qui a Detroit, agli inizi, io risparmiavo soldi per poter andare [in studio[. Avevamo solo un’ora, capisci? Ero come “Una battuta fino alla fine, okay, andiamo avanti con la prossima canzone. Fanculo.” Questo era il modo in cui lo facevo.
Come ultima canzone dell'album The Slim Shady LP annotata dal rapper di Detroit, troviamo “Just Don't Give a Fuck”:
“I'm buzzin', dirty Dozen, naughty rotten rhymer”
Ho portato il materiale a Proof e al resto dei ragazzi dei D12. Proof ebbe un’idea del tipo “Yo, rappiamo tutti come “Fanculo il mondo”. Questo è il momento in cui sentivo di iniziare a svoltare [pagina]. Ogni volta che facevamo una canzone dei D12, era [per] stare in quella pagina, in quella stessa pagina. Sentivo che era un modo per esprimere tutto quello che volevo dire.
“So put my tape back on the rack go run and tell your friends my shit is wack”
Quando facemmo uscire Infinite, fu [una cosa] locale. Ne abbiamo prodotti circa mille, inizialmente. Ci aspettavamo che saremmo stati in grado di trarne qualcosa con esso, però. Quando non accadde, fu davvero demoralizzante. Le persone dicevano che suonassi come AZ e Nas. Ero arrabbiato. Non dico che non mi piacessero AZ e Nas, ma per un rapper essere paragonato a qualcuno, per le persone dire che suoni come qualcun altro – nessuno vuole questo. Ho dovuto ricominciare da zero. Allora ricordo di essere impazzito. Ero come “Rapperò come se non me ne importasse. Fanculo.” Ho iniziato a scrivere canzoni di arrabbiate come “Just Don’t Give a Fuck”.
“Slim Shady, Eminem was the old initials (bye bye!)”
Venir fuori con un alias faceva parte dell’intera idea di Proof. Disse “Cerchiamo di essere in un gruppo chiamato D12, e ci saranno sei di noi, e ognuno avrà un alias. Saremo ognuno due differenti persone.” Quando ho iniziato a rappare come Shady, come quel personaggio, è stato un modo per me di sfogare tutte le mie frustrazioni e dare la colpa a lui. Se qualcuno è arrabbiato con lui, è stato lui che l’ha detto, capisci cosa intendo? E’ stato un modo per me per essere me stesso e dire quello che provavo. Non volevo mai più tornare indietro e rappare in modo normale di nuovo.
“On stage screaming like Rage Against the Machine I'm convinced I'm a fiend”
Un sacco di aggressioni [verbali] venivano dai giorni dell’Hip Hop Shop, quando volevi ottenere una reazione dal pubblico. Quando sei dietro ad un microfono nello studio, non vedrai le reazioni di qualcuno. Così, volevo dire le cose più pazze, immaginando la reazione che avrei ottenuto se qualcuno fosse stato seduto vicino a una cassa. All’Hip Hop Shop avevi una buona idea su quale verso potesse scatenare la reazione o meno. L’avresti visto.
Stay with us per le traduzioni delle altre annotazioni! Coming soon sul nostro Blog!
Copyright © MarshallMathers.eu
Riproduzione totale o parziale severamente vietata
Credits:
Traduzione: _RoccoR_