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Esclusiva XXL: Intervista con Emile, super-producer di Eminem.

Esclusiva XXL: Intervista con Emile

XXL ha “rivisitato”  in esclusiva l'ultimo album di Eminem The Marshall Mathers LP 2 insieme ad uno dei produttori più legati al rapper, Emile. Gli argomenti trattati sono stati per la maggiorparte il lavoro svolto dai due nel corso degli anni, della collaborazione alle produzioni di Recovery, delle differenze di quest'ultimo rispetto a MMLP2, fino ad arrivare al processo di produzione di “Legacy” e “Headlights“. Abbiamo tradotto per voi in esclusiva l'intervista completa.

XXL: “Com'è stato lavorare con Eminem questa volta ?”

Emile“Stupendo come sempre. Abbiamo avuto l'opportunità di fare alcune cose insieme nel corso degli anni. Ho iniziato a lavorare con lui 10, 12 anni fa. Non ho mai registrato insieme a lui per il suo album, ma abbiamo prodotto insieme dei dischi come 'Cheers' di Obie Trice, che è comunque buono, è sempre un piacere, una sorta di esperienza per osservare uno del suo livello (si riferisce ad Eminem, ndr) lavorare sulla musica.

XXL: “C'è una differenza tra l'Eminem di Recovery e quello di The Marshall Mathers LP 2?

Emile: “Leggermente. Non è stato così tanto tempo fa, non credo ci sia molta differenza. Credo che sia come in uno spazio differente, e quelle riflessioni nella musica riflettono un po' la vita reale, ma niente cambiamenti drastici. Abbiamo passato un sacco di tempo a parlarne questa volta, e anche dello 'story-telling', così è stato tutto più diverso e interessante, ma non è stata una cosa drastica.

XXL: “Lui è notoriamente riservato con la sua musica. È stato così per questo album? Eri in studio quando lui l'ha registrato?”

Emile“Vorrei andare a Detroit se ci fosse da ascoltare qualsiasi cosa. Vorrei stare tranquillo, passargli le mie idee o qualche piccola bozza, perché sono a mio agio solo lavorando fuori dal mio studio. Se vuoi lavorare con Marshall, devi prendere un aereo e andare a Detroit. Lì c'è un'atmosfera di casa, appena arrivato dovevo correre subito in studio per passare del tempo realmente con lui, per parlarci e vederlo creare.”

XXL: “Qual'è stato il processo dietro la creazione di una canzone come 'Legacy'?

Emile: “Questa è una cosa interessante. Ci è venuta in mente molto tempo fa. È iniziato tutto da questo gruppo di cantanti, una ragazza di nome Paulina e questo tipo, Brooke. Iniziarono con una specie di coro, mi hanno cantato questa idea che avevano, e subito ho detto: 'Questa potrebbe andar bene per Eminem, lasciate che lo trasformi in qualcosa e che lo mostri a lui.' . Io voglio mostrare le tracce ad Eminem come una sorta di bozza, come se un architetto disegnasse qualcosa al volo e lo facesse vedere a qualcuno. Tu gli mostri questo 'schizzo' e gli dici: 'Cosa ne pensi?' e se c'è qualcosa che lo colpisce, inizia il processo di produzione. Era un po' indietro nel tempo quando i due mi fecero sentire quella cosa che hanno scritto insieme, così ho subito iniziato a mettere dentro qualche piccola idea per poterlo presentare a lui. Quando avevo finito e l'ho presentato a Paul Rosenberg lui ha reagito molto bene e mi ha detto che gli piaceva parecchio, poi si è evoluta nel corso del tempo. Lui si è avvicinato all'idea con parecchi effetti vocali e diversi strumenti. Quella è stata la prima con la quale abbiamo iniziato per l'album. Sarà stato più di un anno fa. Lui sta sempre registrando e ha sempre nuove idee, vive in studio, quindi prima di parlare di un grande album ero tipo: 'Oh, ho questa cosa, credo che Eminem la vorrebbe.”

XXL: “E cosa ci dici di 'Headlights'?”

Emile“È nato originariamente da me, diventando amico sia con Nate Ruess divertendomi a lavorare per l'album 'Some Night'  e avendo un rapporto anche con Eminem e Paul. Volevo sempre parlare di Nate ad Eminem, perché lui è un suo grande fan. Ne ho sempre parlato a Paul: 'Hey Nate è un suo grande fan', tanto per buttarla lì. Ad un certo punto c'eravamo io, Nate e Jeff Bhasker, che ha prodotto il disco con me. Siamo andati tutti in studio insieme un giorno. Eravamo tipo: 'Amico, proviamo a mettere giù qualche idea per Eminem e vediamo cosa riusciamo a fare, magari posso passare qualcosa a Paul.'

Ho parlato a lungo con Paul sul punto della sua vita in cui fosse Eminem, del rapporto con la sua famiglia, così abbiamo cercato di fare qualcosa che riguardasse questo suo punto della vita. È proprio da lì, da quel lungo colloquio che arriva (Headlights, ndr). 

Abbiamo iniziato ad avere un po' di idee, una sorta di beat con delle melodie, e delle parole da mettere dentro, e a quanto pare a lui (Eminem, ndr) è piaciuto molto. A quel punto è stato un avanti e indietro per il beat e il lavoro di Nate per Eminem, così è arrivato lui con le sue idee, su come poter cambiare il testo e lavorare sulla batteria del beat. Volevo tanto parlare con Eminem, lui era molto eccitato per il disco. Volevo che mi chiamasse, proponendomi qualcosa, tipo: 'E se proviamo questa cosa quì? E se la proviamo di qua?',  o qualcosa del genere. Poi finalmente sono andato a Detroit per finalizzare il tutto e ascoltare quello che lui aveva scritto. È stato davvero sorprendente ascoltarla completa, con le voci di Eminem e Nate, con la mia produzione e quella di Jeff. La traccia ha acquisito tanto significato così.

Quando ho iniziato a lavorare con Nate mi chiedeva sempre di Eminem, essendo un suo grande fan. Mi diceva che sarebbe voluto essere nei suoi album, mi diceva quali fossero le sue canzoni preferite di Eminem. Ed'è divertente perché Eminem avrebbe sempre voluto chiedermi di Nate. Ha detto che ama il suo modo di scrivere e mettere insieme le melodie. Sono entrambi due grandi scrittori, sono diversi si, entrambi hanno il loro modo di farlo, ma loro due sono in cima ed'è incredibile averli insieme nella stessa canzone.” 

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